All'interno di un team di una software house come BitBoss, la comunicazione è uno dei fattori che più influenza il successo. In qualsiasi ambito i gruppi più performanti sono quelli capaci di comunicare in modo rapido e strutturato, coordinandosi su azioni da fare e obiettivi da raggiungere. Il periodo di lockdown che ha caratterizzato i mesi scorsi ha fatto riflettere il mondo intero su quanto sia importante adattarsi rapidamente ai cambiamenti, mettendo in luce la necessità di avvicinarsi sempre più a modalità di interazione asincrone ed online. Come se non bastasse, il coordinamento diventa sempre più complicato man mano che l'azienda cresce, anche se si condivide lo stesso ufficio. Si mandano e-mail, si scambiano messaggi su Telegram o su WhatsApp e si fanno sessioni di planning e brainstorming su Google Meet, Google Hangouts o Zoom.
Insomma, la comunicazione diventa disordinata e difficile da tenere sotto controllo, soprattutto quando i progetti sono numerosi, complessi e prevedono il coinvolgimento di più aree. Come si può far fronte a questa problematica? Beh, la risposta è piuttosto semplice: utilizzando uno strumento che raccolga tutta la comunicazione aziendale in un un'unica piattaforma.
Sul mercato attuale sono disponibili numerosi tool di team communication, tutti accomunati dallo stesso scopo: aumentare la produttività aziendale rendendo più facile il confronto tra i membri e semplificando il flusso informativo. Fatta questa premessa, non è facile trovare un'applicazione che sia la sintesi perfetta tra vantaggi e svantaggi.
L'identificazione di uno strumento di collaborazione aziendale in grado di adattarsi come supporto allo smart working, ma anche utile ad organizzare efficacemente il lavoro, è strettamente connessa alle necessità peculiari del business e alle funzionalità ed integrazioni di cui tutto il team necessita.
Molti tool, sia online che offline, nascono con il chiaro scopo di risolvere bisogni aziendali in maniera piuttosto efficiente. La cosa curiosa è però vedere come strumenti, nati per tutt'altro scopo, dopo anni sul mercato prendono una piega inaspettata, avvicinandosi al mondo del business e adattandosi ad esigenze disparate e non contemplate in fase iniziale dagli ideatori.
È il caso dell’app Discord, nata essenzialmente per il gaming e che ora ha trovato grandi consensi come strumento di comunicazione per team. Questa piattaforma è stata creata per aiutare i gamers a connettersi, ma durante la sua crescita, sempre più persone l'hanno utilizzata per parlare di interessi comuni, creando delle vere e proprie community. Era quindi prevedibile che ad un certo punto questo strumento venisse plasmato e convertito dagli utenti anche per assolvere altri tipi di funzioni, trasversali a quella pensata inizialmente dai suoi creatori.
Slack e il mondo del gaming
Andiamo però per ordine. Nel panorama delle piattaforme di messaggistica e di coordinamento aziendale, Slack occupa una posizione primaria e rilevante. Attivo dal 2014, questo tool è stato implementato dal core team di Flicker, app di condivisione foto, con lo scopo di coordinare lo sviluppo di un videogame: Glitch. Quindi Slack, proprio come Discord, si può dire che vede le sue origini nel contesto del gaming, anche se l'applicazione è differente. Quest'ultimo però non ottenne il successo sperato, portando così la squadra di lavoro a ripensare il modello di business e a puntare tutto solo sulla chat interna organizzativa. Ad oggi, la fama di Slack è enorme: non solo conta più di 3.000.000 utenti, ma è utilizzato da alcune delle aziende più rilevanti al mondo, tra cui eBay, Airbnb e LinkedIn.