Il rapporto tra le aziende e gli sviluppatori di software in Italia
La nostra ricerca annuale sul mondo degli sviluppatori di software in Italia, anche quest'anno si è conclusa e ha portato alla luce alcuni dati che vale la pena di approfondire (trovate la ricerca completa a questo indirizzo).
In questo articolo non analizzeremo una lunga lista di dati, ma ci concentreremo su alcune riflessioni che da questi emergono. Negli ultimi anni la necessità delle aziende di innovarsi si è fatta più stringente, portando gli imprenditori a cercare sempre di più figure tecniche in ambito sviluppo da inserire all'interno del proprio organico. Questo fenomeno è ormai noto e contribuisce ad aumentare di fatto la domanda di sviluppatori da parte delle imprese. Secondo l'edizione di quest'anno, sono gli stessi sviluppatori a confermarlo: il 41% afferma di aver registrato un incremento positivo del lavoro, ma è anche opinione della maggioranza (61%) che il lavoro dello sviluppatore di software si evolverà nel tempo e nei prossimi anni sarà sempre più richiesto. Questi dati la dicono lunga sulla salute del settore sviluppo in Italia e, per quanto stia crescendo il numero degli sviluppatori, ancora di più cresce la domanda da parte delle aziende che, grazie anche ai recenti lockdown, stanno provando ad accelerare il loro processo di trasformazione digitale. Il problema (se di problema si può parlare) è che secondo quanto affermato dai developer intervistati, solamente il 10% di loro è attualmente disponibile sul mercato e pronto ad accettare nuovi lavori, e in 9 casi su 10 gli sviluppatori di software in Italia si dicono soddisfatti del proprio attuale impiego. Allo stesso tempo però, circa il 60% di loro si dice aperto a nuove opportunità e ciò denota una ricerca di condizioni di lavoro sempre più favorevoli. In altre parole, chi dispone già di sviluppatori all'interno della propria azienda, potrebbe vederseli portare via dalla concorrenza.
Domanda e offerta nel modo dello sviluppo
Le aziende stanno cercando fortemente di evolversi e per questo motivo vanno alla ricerca di tutto ciò che cade sotto il cappello innovazione: dai software gestionali per migliorare la produttività all'esplorazione di nuovi canali di vendita fino ad arrivare al mondo delle app e degli e-commerce. Sicuramente si tratta di una buona notizia per gli sviluppatori che, per loro fortuna, si trovano ad essere quasi tutti pienamente occupati con tariffe e stipendi che si stanno alzando sempre di più. D'altra parte per le aziende diventa più difficile adeguarsi alle tariffe ed è sempre più complicato riuscire a creare quelle condizioni che permettono di essere attrattivi per gli sviluppatori. Ma perché un'azienda dovrebbe preoccuparsi di essere attrattiva? Perché gli sviluppatori oggi non cercano solo uno stipendio competitivo, ma vogliono anche condizioni di lavoro migliori. Vogliono poter lavorare con le tecnologie che più apprezzano, con la flessibilità di luogo e orario che permetta loro di gestire più commesse e progetti e vogliono avere un'impatto reale sulla crescita dell'azienda. Non ultimo vogliono poter lavorare da remoto, ma non solo, vogliono poter gestire come e quanto lavorare da casa. Se fino a pochi mesi fa si parlava solamente dei benefici del remote working, ora comincia a emergere quella voglia di interagire con le persone e quindi poter decidere autonomamente come e quanto lavorare da remoto piuttosto che a contatto con i colleghi. Non stupisce quindi che il 30% degli sviluppatori preferisca un modello di lavoro ibrido che medi tra casa e ufficio. Le aziende sono pronte a dare a chi sviluppa i loro software questo grado di libertà, e soprattutto hanno i mezzi per gestirla?
Questo grado di libertà lavorativa non è semplice da concepire, ma ancor più difficile è riuscire a gestirlo: servono sistemi di monitoraggio, di coinvolgimento dei dipendenti e collaboratori, strumenti di organizzazione dei progetti che fino a poco tempo fa non erano concepiti semplicemente perché non se ne sentiva la necessità. Il mondo digitale e i lavori nati con esso conferiscono questo grado di libertà perché per praticarli bastano potenzialmente un pc ed una buona connessione ad internet. Questo però richiede strumenti di controllo e monitoraggio da parte delle aziende, in assenza dei quali si rischia di perdere il controllo delle risorse e del progetto stesso.
Cosa cercano le aziende
È probabile che le realtà più piccole che vogliono iniziare un progetto di sviluppo software, indipendentemente dalle necessità di sviluppo, cerchino persone già pienamente istruite e competenti perché non ha gli strumenti interni per formarle. Queste persone però sono le più difficili da trovare sul mercato, rappresentano le risorse scarse. Le aziende più piccole poi potrebbero voler collaborare con freelance per non prendersi il rischio di assumere una risorsa che costa molto e che comunque non si hanno i mezzi per monitorare e gli strumenti per supervisionare. L'azienda grossa invece può permettersi di collaborare con sviluppatori junior e formarli per farli crescere nel tempo, può anche permettersi il rischio di impresa e assumere una risorsa interna che lavorerà full-time e non avrà altri progetti da portare avanti che potrebbero interferire o rubare tempo al proprio progetto.
Cosa cercano gli sviluppatori
Ciò che viene dato un po' troppo per scontato sono le necessità di chi invece offre il proprio lavoro e le proprie competenze. Si è portati a credere che l'unico ago della bilancia sia il trattamento economico e si sottovalutano altri fattori che andrebbero invece presi in considerazione. Il remote working è sicuramente molto desiderato perché il lavoro dello sviluppatore è estremamente compatibile con questo modo di lavorare (il 62% lavora abitualmente da casa) anche se molti developer, come abbiamo già sottolineato, ricercano un modello ibrido e le motivazioni vanno ricercate nelle dinamiche umane, ad esempio il bisogno di relazionarsi e di allinearsi di persona con un team di lavoro. Il remote working quindi è un argomento ancora tutto sommato attuale e le aziende hanno cominciato a digerirlo e ad applicarlo. Esistono però altri fattori da prendere in considerazione che sono cari ai developer e potrebbe sorprendere quanto alcuni di quelli che pensavamo essere valori importanti ricoprano un ruolo marginale, mentre altri paiono essere molto ricercati.
Secondo il grafico quasi l'80% dei developer mette al primo posto il trattamento economico quando deve valutare se accettare o meno una nuova offerta di lavoro, ma ciò che è interessante sono le altre motivazioni che, tutto sommato, non si distaccano poi così tanto in punti percentuale dalla prima. La flessibilità di orario e di luogo di lavoro interessa al 63,2% di developer intervistati e questo pone ancora una volta l'accento sul desiderio di libertà che accomuna tanto i freelance quanto i dipendenti. Anche la prospettiva di crescita e di leadership assume un ruolo importante, sottolineando quanto non siano da sottovalutare le aspettative di carriera dei singoli. Le nuove tecnologie sono un fattore importante per più della metà degli intervistati.
Molte aziende lamentano il fatto che gli sviluppatori costano troppo e che questo sia un freno alla trasformazione digitale, ma il grafico sopra citato mostra come si possano trovare altri modi per rendersi attrattivi. È interessante notate come alcuni fattori come ad esempio la quantità di tempo libero compaia tra gli ultimi posti in classifica a favore dei fattori che ormai abbiamo capito essere fondamentali: il trattamento economico, la flessibilità e le prospettive di crescita. Una domanda in particolare posta ai developer freelance all'interno della ricerca presta il fianco a questa tesi: è stato chiesto agli intervistati perché avessero scelto la carriera da freelance e il 53,6% del totale ci ha risposto che la motivazione sta nella libertà garantita da quel tipo di lavoro, contro solamente un 13% che dice di aver preso questa scelta per motivi economici.
Quanto guadagnano gli sviluppatori di software in Italia?
È pur vero che il fattore più importante segnalato dagli sviluppatori è quello economico. Vale quindi la pena soffermarci su questo dato e cercare di rispondere ad una domanda: quanto guadagnano gli sviluppatori di software in Italia?
Secondo l’indagine il 49% dei developer dipendenti dichiara di guadagnare tra i 1500€ e i 2000€ netti al mese. Per quanto riguarda i freelance invece, la fascia più densa (34%) applica tariffe lorde giornaliere tra i 200€ e i 300€. Si tratta di cifre importanti che sono dovute ad un aumento della domanda rispetto ad un'offerta che, seppur in crescita non riesce a colmare il gap. Arriviamo quindi alla questione più spinosa: gli sviluppatori di software costano troppo? La risposta a questa domanda può variare di molto rispetto alla seniority, al ruolo ricoperto in azienda e al valore che può portare una singola risorsa. Vero è che per quanto uno sviluppatore possa difendere la coerenza della propria tariffa, per le aziende si può trattare di un costo molto alto, soprattutto per quelle piccole realtà che non possono permettersi un tale investimento. Il succo della questione però non sta tanto nel prezzo, quanto nella qualità della risorsa specifica. La mancanza generale di offerta fa sì che il prezzo medio aumenti, ma non bisogna generalizzare mettendo tutti gli sviluppatori sullo stesso piano, potenzialmente la tariffa di un freelance che costa dai 200€ ai 300€ al giorno può essere giusta per una risorsa valida, ma troppo per un developer alle prime armi che comunque, vista la situazione di mancanza di offerta può permettersi di alzare il prezzo.
Se ci limitiamo ad osservare gli sviluppatori con un'esperienza lavorativa superiore ai 5 anni, il 65,4% non applica mai tariffe inferiori ai 150€ giornalieri, mentre quasi il 30% non applica mai tariffe inferiori ai 300€ al giorno. Gli sviluppatori con più esperienza però sono anche quelli che hanno bisogno di meno supervisione, più facili da inserire e che portano il maggior valore in azienda. In ogni caso queste tariffe, unite alla mancanza di offerta, fanno in modo che tutti alzino i prezzi e ciò fa aumentare ancora di più il divario tecnologico tra grandi aziende e piccole imprese che non riescono ad affrontare l'investimento.
L'ecosistema degli sviluppatori italiani
In conclusione, l’ecosistema degli sviluppatori italiani è composto da persone sostanzialmente soddisfatte del proprio lavoro, ma allo stesso tempo attente a valutare condizioni di lavoro più favorevoli. Questo denota una costante ricerca di situazioni sempre più favorevoli e stimolanti. Le aziende che ricercano figure di questo tipo devono stare attente a tutto questo se vogliono offrire un ambiente lavorativo stimolante a figure che sono sempre attente alle nuove opportunità. Diventa fondamentale, soprattutto da parte delle aziende che non dispongono di grandi budget da destinare all'innovazione, rendersi attrattivi dal punto di vista della qualità del lavoro garantendo flessibilità lavorativa, libertà in fatto di scelte tecniche, aggiornamento contino e crescita professionale. Solo in questo modo si può competere in un mercato in continua espansione.
Davide Leoncino
Co-founder di BitBoss | Head of Marketing